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Unicmi: mercato dei serramenti con ottimismo moderato

Dopo un 2021 di crescita record per il settore delle costruzioni e la relativa filiera, il 2022 si chiuderà con una crescita sensibilmente ridimensionata, che subirà ulteriori tagli nel corso del 2023. I serramenti e l’involucro seguiranno questo corso.

L’Ufficio Studi Economici UNICMI ha presentato il 21 luglio 2022 il consueto aggiornamento semestrale del Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio 2022 (rilasciato a marzo 2022), che contiene le previsioni di chiusura 2022 e le proiezioni 2023 relative al mercato italiano dei serramenti e delle facciate continue.

Gli eventi bellici in Ucraina e le forti turbolenze sul mercato delle materie prime hanno comportato una radicale revisione delle previsioni di crescita per il biennio 2022-2023. La crescita del PIL Italiano, è stata fortemente rivista per il 2022, si è passati dal +4,1% della fine del 2021 al +2,9% di luglio 2022, con una stima del tasso d’inflazione atteso al 7,4% nel 2022 (il dato più alto dal 1986), in gran parte generato dal forte aumento del costo dell’energia.

Dopo un 2021 di crescita eccezionale per il settore delle costruzioni (+24,8%), sulla spinta degli incentivi fiscali, la ripresa rallenta sensibilmente nel 2022 (+10,1%) e le prospettive per il 2023 indicano una crescita degli investimenti nelle costruzioni del 6,1%.  Il settore del recupero (ristrutturazioni) residenziale crescerà dell’12% nel 2022 e del 7% nel 2023, le nuove costruzioni cresceranno del 7% nel 2022 e del 5% nel 2023, marcando un significativo rallentamento.

Secondo l’Ufficio Studi Unicmi il mercato dei serramenti crescerà nel 2022 dell’10,4% e del 6,2% nel 2023.

Gli incentivi fiscali saranno essenziali per mantenere un buon trend e solo l’effettiva partenza delle numerose opere pubbliche previste dal PNRR potrà fornire un’accelerazione significativa agli investimenti nelle costruzioni e alla domanda di serramenti nel 2023. Il quadro secondo quello che è stato detto è ottimismo con uno stabilizzarsi dei prezzi delle materie prime ma con l’aumento dei costi dell’energia. Il tutto moderato dalle tante incognite ci aspettano: non ultima la caduta del Governo e i dubbi sulle detrazioni fiscali.

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Il mercato dei serramenti secondo Unicmi

Vediamo nel dettaglio cosa ha raccontato il professor Carmine Garzia dell’Ufficio Studi Unicmi. Nel segmento residenziale la domanda di serramenti crescerà del 11% nel 2022 e dell’6,6% del 2023, si tratta di dati relativamente positivi, considerando l’evoluzione generale del contesto economico, ma si tratta di una crescita generata, in buona parte, dall’aumento del costo delle materie prime.

Il mercato della sostituzione degli infissi nel segmento residenziale continua ad essere alimentato dagli incentivi fiscali. Le stime indicano che la domanda di serramenti generata grazie ai diversi strumenti attualmente in vigore (55% con sconto in fattura, Bonus Casa e Superbonus) è stata di 2.176 milioni di Euro nel 2021, in aumento del 35% rispetto a 1,61 miliardi di Euro del 2020. Gli incentivi generano circa l’85% della domanda di serramenti nel mercato residenziale e nel 2022 dovrebbero assorbire serramenti per ben 2.437 milioni di Euro.

Il mercato dei serramenti e delle facciate continue nel segmento non residenziale crescerà complessivamente del 9,6% nel 2022 e del 5,6% nel 2023. Il rallentamento del 2023 è imputabile al clima di incertezza sulla crescita economica che porterà a rimodulare le iniziative immobiliari di medie e grandi dimensioni, che alimentano il mercato delle facciate. Una spinta significativa alla crescita potrebbe provenire dall’avvio delle opere pubbliche finanziate con il PNRR specialmente per l’ammodernamento e la costruzione degli edifici pubblici che potrebbe portare ad un’accelerazione dei tassi di crescita.

Quanto alle quote di mercato in valore: bene il pvc che arriva al 38% quest’anno e 39,5% nel 2023. Bene l’alluminio che fresta al 36% quest’anno e 35,5% nel 2023. Meno bene il legno, materiale sempre più di nicchia. Da segnalare anche la crescita forte dell’importazione di serramenti in Pvc.

L’analisi dei bilanci dei costruttori di serramenti e di facciate continue evidenzia che, nel 2020, le aziende produttrici di serramenti in alluminio e facciate continue e le aziende del Pvc hanno ottenuto valori da record per quanto attiene la redditività delle vendite (ROS) e il ritorno sul capitale investito (ROIC). In particolare le aziende dell’alluminio hanno ottenuto i valori più alti degli ultimi dieci anni. Nel 2021 la redditività delle vendite subisce un calo significativo sia per le aziende dell’alluminio sia per quelle del Pvc, causato principalmente dall’aumento del costo delle materie prime. Le aziende del legno risentono della forte competitività degli altri materiali e continuano ad avere performance sensibilmente inferiori sia per quanto riguarda la redditività delle vendite sia per quella del capitale investito.

Dopo la chiusura di un eccezionale 2021, per il 2022 si conferma una crescita in linea con quanto abbiamo previsto nel report di marzo, che risente della forte incertezza dello scenario politico internazionale e delle forti turbolenze sul mercato delle materie prime e dei prodotti energetici” ha commentato il prof. Carmine Garzia, responsabile scientifico dell’Ufficio studi UNICMI “L’inflazione impatta direttamente sui consumi delle famiglie riducendo il reddito disponibile e costringe anche le imprese a rivedere la propria struttura di costi, sacrificando una parte della redditività operativa. Questo spiega perché la crescita domanda di serramenti e facciate sarà fortemente ridimensionata nel 2022 e nel 2023Il settore delle costruzioni e la relativa filiera avranno comunque performance di crescita superiori rispetto alla crescita generale dell’economia, ma il contributo pubblico sarà fondamentale per sostenere il settore, sia attraverso la conferma degli incentivi alle ristrutturazioni edili e alla sostituzione dei serramenti sia attraverso l’effettivo avvio degli investimenti previsti dal PNRR”.

 

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